Ricordi di un vicolo cieco

Una raccolta di quattro racconti che ruotano attorno all'esistenza di giovani donne (ed uomini) sospesi tra ricordi del passato ed un futuro ancora incerto da affrontare. La scrittura piana e poco ricercata della Yoshimoto non mi è dispiaciuta, si adatta bene secondo me al suo narrare di quotidianità e alla sua ricerca di una serenità fatta di piccole cose. Il migliore dei quattro racconti per me è il secondo, Mamma! Mamma!, in cui il gesto di un folle colpisce una vittima involontaria e ne cambia l'esistenza costringendola a mutare il proprio modo di pensare alla vita. Ma anche l'ultimo, che dà il titolo alla raccolta, è molto piacevole, quasi zen nella sua dolce conservazione del ricordo.

In questo romanzo Banana Yoshimoto raccoglie cinque diversi racconti. Come per gli altri suoi libri, si tratta di una lettura leggera assolutamente scorrevole e rilassante. Storie quotidiane senza suspence né altro genere di eccitazione. Cinque racconti di persone che si interrogano sul senso della vita, chi per un motivo chi per un altro. Io adoro questa autrice per la sua semplicità nello scrivere, nel raccontare e nella costruzione dei personaggi. Consigliato.

Non sono molto amante dei racconti, ma la cosa che più mi ha colpito di questo libro è il titolo, che dà anche il nome all'ultimo dei cinque racconti contenuti. Come l'autrice aggiunge nei ringraziamenti, il racconto "Ricordi di un vicolo cieco" è quello a lei più caro. I racconti si leggono davvero velocemente e, nonostante cambino i protagonisti, il tema portante è spesso la tristezza, la nostalgia, i tristi ricordi. Nonostante questo, però, gli autori trovano sempre una via d'uscita, grazie all'amore di qualcuno o grazie alla propria forza interiore. Nonostante siano racconti tristi, lasciano sempre intravvedere un finale positivo e pieno di speranza.