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Testo molto complesso e raffinato che si fonda essenzialmente sul punto di vista di una bambina di 6 anni, Maisie, vittima di una situazione quanto mai attuale e cioè la separazione dei propri genitori. Contesa dall’uno e dall’altro genitore diventa uno strumento di ricatto, senza ricevere né affetto né comprensione. Affidata ad istitutrici e governanti si trova in un vortice di situazioni caleidoscopiche tra nuove mogli del padre, nuovi mariti della madre, carrozze nuove, cappelli nuovi, signori gentili che cercano la sua comprensione e la sua simpatia. Pur vivendo in mezzo ad adulti senza alcun senso morale,volgari o stupidi, Maisie diffonde intorno a sé grazia, amabilità, pazienza, ma affannosamente cerca un punto di riferimento preciso, perché, pur avendo due padri e due madri, due case, si rende perfettamente conto di non avere un luogo preciso cui appoggiarsi. Gli adulti la mettono a parte di passioni e di situazioni per lei incomprensibili e inammissibili, di fronte alle quali la povera Maisie oppone prima stupore e disorientamento ma poi progressivamente acquisisce la consapevolezza che , se vuole costruirsi un mondo sicuro e felice, pervenire ad una sua identità deve utilizzare le mille strategie che l’immaginazione infantile le suggerisce: il silenzio, la stupidità, le bugia o la recita. Utilizza questi giochi seducenti ed inquietanti per crearsi quello spazio segreto, nel quale nascondersi ma anche cercare di capire gli adulti, di essere alla loro altezza. Quel suo “, Sì, lo so”, è un modo per nascondere quel che vede e non capisce, quel che capisce ma non sa esprimere. Purtroppo come dice James, si può sapere troppo o troppo poco ma Maisie è destinata a sapere il massimo!! E noi lettori riusciamo a capire veramente che cosa sa Maisie? Come in altri testi di James, in cui ci sono bambini come protagonisti, quel “ punto di vista circoscritto” ci pone di fronte ad un vortice, ad un vuoto in cui girano, come falene, domande, risposte incomplete, parziali, che ci lasciano perplessi, quasi in sospeso.
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