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Per chi suona la campana - Ernest Hemingway - copertina
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Per chi suona la campana

Descrizione



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Robert Jordan è un giovane intellettuale americano volontario nell'esercito antifranchista. Il suo incarico consiste nel far saltare un ponte d'acciaio librato in territorio nemico. Per questa missione entra in contatto con la 'banda di Pablo', un gruppo di partigiani di cui fanno parte due donne: Pilar, moglie di Pablo, e Maria, una ragazza che incarna tutte le virtù morali e naturali che un uomo come Robert può desiderare. L'azione dura solo tre giorni, ma l'evento si dilata con fatti paralleli: la storia d'amore fra Robert e Maria, le conversazioni, i monologhi interiori, i richiami al passato. Pur attanagliato da mille dubbi, Robert darà l'ordine di far saltare il ponte anche se il suo sacrificio non avrà in sé alcun esito positivo.
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Dettagli

2
1996
Tascabile
501 p.
9788804487739

Valutazioni e recensioni

AriannaC
Recensioni: 5/5

All'inizio l'ho trovato un po' lento ma dopo mi è piaciuto molto.

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Recensioni: 4/5

Sono anni che volevo leggere questo libro, ma per una cosa e per un' altra non l'ho fatto. Poi mia moglie al mio compleanno mi ha regalato questo libro e quale migliore occasione per leggere un classico della letteratura internazionale. Dire che mi ha travolto totalmente è dire poco. Narra della storia di un americano partito per andare in Spagna a combattare come partigiano con i repubblicani. La storia è semplice ma il suo scrivere è divino, ti travolge, ti emoziona, è pura poesia. L'ho letto in due sole sere. E' davvero un capolavore, un libro che entra nell'anima. Mi sono ripromesso di leggere altri libri dell'autore. Era davvero uno dei più grandi della letteratura mondiale, i suoi libri sono eterni

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Renzo Montagnoli
Recensioni: 4/5

Non è un caso se il titolo di questo romanzo è tratto da una poesia del famoso poeta inglese John Donne (Nessun uomo è un'Isola, /intero in se stesso. / Ogni uomo è un pezzo del Continente, /una parte della Terra. / Se una Zolla viene portata via dall'onda del Mare, /la Terra ne è diminuita, / come se un Promontorio fosse stato al suo posto, / o una Magione amica o la tua stessa Casa./ Ogni morte d'uomo mi diminuisce, / perchè io partecipo all'Umanità. / E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana: / Essa suona per te.) Benché Ernest Hemingway non rientri fra i miei narratori preferiti, per una molteplice varietà di motivi, non ultimo un certo tono di sufficienza a cui ha improntato non sue poche prose, ci sono due romanzi che ha scritto che secondo il mio giudizio sono delle vere e proprie eccellenze, per i temi trattati e per la misura con cui sono svolti. Mi riferisco a Il vecchio e il mare e a Per chi suona la campana. Quest’ultimo ha trovato ispirazione in una sua esperienza diretta nella guerra di Spagna, allorché l’autore americano vi fu presente, dalla parte dei repubblicani, in qualità di corrispondente. Forse la trama è anche troppo semplice, forse avrebbe dovuto affondare ancora di più il coltello nella piaga per dimostrare come, fra tutti gli orrori di un conflitto, sia insuperabile quello di uno scontro fra fratelli, ma c’è qualche cosa che non si deve sottacere e che permea l’intera opera: la morte. Sempre presente, in qualsiasi circostanza, sembra quasi il destino ineluttabile di ciascun protagonista, una morte di cui si è ben consapevoli anche quando si avvia una vera e propria azione suicida, una morte che è sempre al fianco, al punto di non temerla, perché prima o poi tutto finisce. Non c’è retorica in queste pagine, anzi c’è un distacco quasi giornalistico che annota la violenza come un fatto e proprio per questo ancor più lancinante è l’emozione che finisce con il provare il lettore. Inoltre, benché chiaramente dalla parte dei repubblicani, Hemingway usa la stessa misura per loro e per i franchisti, considera gli uomini sotto una diversa divisa come esseri umani, spesso inconsapevoli della scelta effettuata. In quest’ottica la guerra diventa un mostro opprimente che rivela la vera natura degli esseri umani e così per l’autore americano i buoni non sono tutti solo sotto un’unica bandiera e lo stesso dicasi per i cattivi, ben conscio che un conflitto è l’occasione ideale affinché ogni individuo possa dare il peggio o il meglio di sé. La Spagna descritta non è ovviamente quella colorata che troviamo in Fiesta, è invece una Spagna grigia, fatta di polvere, sangue e uomini dolorosamente nemici, pedine di una scacchiera le cui mosse sono decise dall’unico vero vincitore: la morte. Dal romanzo è stato tratto l’omonimo film, uscito nel 1943 e che ebbe un grande successo, anche per la fama dei due attori protagonisti: Gary Cooper e Ingrid Bergman. Leggetelo, è sicuramente meritevole.

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Recensioni

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Recensioni: 3/5
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Ernest Hemingway

1899, Oak Park

Il padre (medico) lo avvicinò alla caccia e alla pesca durante le vacanze in Michigan, tra laghi e foreste e seguendolo nelle visite agli ammalati delle riserve indiane, ebbe le prime violente impressioni del dolore e della morte. Studiò a Oak Park, ma rinunciò all’università per diventare cronista allo «Star» di Kansas City. Fondamentale, nell’aprile 1918, l’esperienza volontaria della guerra, come autista della sanità sul fronte italiano. Nel luglio viene ferito, e questo trauma, l’incontro diretto con la morte, segna la sua vita. Da allora, per esorcizzarla, cercherà spesso il confronto con la violenza e con il rischio. Dal 1921 al 1927 viaggia in Europa come corrispondente di vari giornali, soggiornando a lungo...

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