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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2014
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Pubblicato precedentemente con il titolo Nel segno di DavidUn romanzo struggente che può fare per la Palestina ciò che il Cacciatore di aquiloni ha fatto per l'Afghanistan. Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria".
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Libro da leggere senza se e senza ma. La storia di una famiglia e di diverse generazioni di donne si intreccia con l’agonia di una delle terre più dilaniate di sempre. È un libro tragico e crudo e allo stesso tempo riflette la nostalgia della diaspora. Non annoia, fa piangere, rimane in mente. Consigliatissimo!
Susan Abulhawa, palestinese, emigrata da adolescente negli Stati Uniti, scienziata, scrittrice, attivista. Il romanzo fa rivivere la drammatica storia della Palestina, attraverso la voce e la vita di Amal, una bambina e della sua famiglia, dalla Nakba fino ai giorni nostri. Credo in parte autobiografico, la trama è appassionante, la lingua poetica e dolce. Dal punto di vista storico, si avverte la parzialità ma allo stesso tempo non cerca mai i colpevoli.
Lettura consigliata se si vuole un cuore spezzato, se si vuole capire come vivono e hanno vissuto i palestinesi o se semplicemente si ha bisogno di una buona lettura. L'ho letto diverse volte, perchè è necessario ricordarsi di tutto il dolore. Un libro sulla memoria, una di cui bisogna parlare soprattutto ora
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