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Mai avere paura. Vita di un legionario non pentito
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Mai avere paura. Vita di un legionario non pentito - Danilo Pagliaro,Andrea Sceresini - copertina
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Mai avere paura. Vita di un legionario non pentito

Descrizione



La prima testimonianza diretta di un militare della legione straniera tuttora in servizio.

Non è un gioco, non stiamo guardando un film o giocando con la PlayStation. Questa è la storia non di un soldato pentito o di un killer alla ricerca di un nuovo perdono ma di un padre di famiglia che per dare un nuovo senso alla sua esistenza decide di arruolarsi nella Legione straniera. Una scelta estrema e sofferta, non senza conseguenze. Una storia lunga e movimentata, dal momento in cui Pagliaro, desideroso di mettersi in gioco, dopo aver provato senza successo a entrare nella Polizia e dopo aver ripiegato su un normale lavoro di venditore, si presenta alla sede di Aubagne, nella Francia meridionale, e comincia la sua carriera di militare di professione che lo porterà a combattere soprattutto in Africa, là dove rivoluzioni e crisi internazionali richiedono l’impiego di forze militari addestrate. Operazioni di assalto, di difesa, corpo a corpo, cecchinaggio di medio e lungo raggio, uso di armi di vario calibro, da minimitragliatrici a fucili di precisione. Ogni legionario sa qual è il suo compito e che le regole vanno sempre rispettate. Nessun fanatismo, nessun sacrificio inutile: la vita del legionario non ammette protagonismi ed esibizionismi, ed è ben diversa dall’immaginario di coloro che amano la guerra per la guerra e credono al mito romantico dell’eroe pronto a tutto (i “legionari da tastiera”). Vale la pena leggere queste pagine così autentiche e dirette – è la prima testimonianza di un legionario in servizio – per capire che cosa vuol dire davvero avere un nemico di fronte, la necessità di sparargli, la nostra vita contro la sua.
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Dettagli

2016
21 gennaio 2016
218 p., Brossura
9788861907119
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Indice


Un brano dell'intervista di Wuz

WUZ - Lei sostiene che dietro ogni legionario – per non dire ogni soldato – c’è una diversa ragione per impugnare le armi ed entrare in un esercito. Nel suo caso, qual è stata la molla che l’ha spinta a indossare il kepì?

Danilo Pagliaro - Sono andato in Francia per cercare lavoro e perché avevo deciso di lasciare l'Italia. Mia moglie era francese, per cui conoscevo bene la situazione di quel Paese, per niente paragonabile alla nostra. In Francia, per esempio, c'era un'assistenza sociale incredibile. Anche trovare lavoro sembrava più facile. Arrivato in Francia ho visto che la Legione esisteva veramente e ho "scoperto" la possibilità di fare quello che avevo sempre desiderato: un mestiere che potesse farmi sentire soddisfatto, realizzato e che mi permettesse di lavorare dalla parte "giusta", servendo in prima persona valori e ideali che ho sempre avuto. Inoltre c'era la consapevolezza di trovare la sicurezza che un posto nelle Forze Armate avrebbe potuto darmi, e quando si intravede un'opportunità così, a trentasei anni...

WUZ - Ci racconta un episodio – non di guerra guerreggiata, sappiamo che un soldato non racconta mai quel che accade sul campo di battaglia – un episodio della sua vita di soldato, insomma, che ai suoi occhi esemplifichi bene l’essenza di una vita come quella che ha scelto?

Danilo Pagliaro - Durante il periodo delle sommosse di Bangui, nel 1996, mi trovavo in ascolto radio nel mezzo blindato delle trasmissioni, parcheggiato a fianco alla casa dove stava il Colonnello, comandante delle Forze francesi presenti in quel momento in Repubblica Centrafricana. A causa di un contatto, la situazione si era fatta estremamente tesa, per cui verso le tredici del pomeriggio ero ancora lì. A un certo punto ho sentito la porta blindata posteriore aprirsi di colpo. Siccome stavo ricevendo un messaggio, non ho nemmeno alzato gli occhi per vedere chi fosse, ma ricordo bene l'odore di pomodoro caldo che invase il mezzo blindato. Sul retro del mezzo era arrivato il Colonnello comandante con un piatto fumante di pasta al pomodoro in mano. Mi ha detto: «Pedro, so che sei qui dalle due di mattina e sicuramente hai fame. So anche che sei italiano, per cui ti ho preparato un piatto di pasta col pomodoro fresco. Se hai ancora fame passami un messaggio...»

Valutazioni e recensioni

Valentina Negri
Recensioni: 4/5

E' un libro che si fa leggere d'un fiato. Non è un libro sulla Legione, è un saggio biografico che offre una visione in prima persona della Legione, senza filtri e senza fronzoli. Senza filtri perchè a tratti è crudo, diretto, non ha i proverbiali peli sulla lungua perchè l'autore sa di che cosa sta parlando, sa che cosa vuol dire essere Legionario e sa perchè ha vissuto sulla propria pelle il pericolo della guerra. A parte certi toni un po' troppo militareschi, mi sono piaciute molte delle riflessioni dell'autore, sulla vita e sul suo valore (specie quando sei costretto a toglierla a un'altra persona), sul sacrificio e sull'onore, cosa che molti neanche sanno descrivere. Brutale a volte, ma sempre, sempre veritiero e realistico. di questa testimonianza apprezzo la realtà e la crudezza del racconto: niente elementi da romanzetti best seller, è il racconto di un'intera vita così com'è stata vissuta, niente a che vedere con certi racconti alla Rambo o alla Van Damme (e in tal senso l'autore è stato franco più di una volta).

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antonio isolan
Recensioni: 4/5

un libro molto coinvolgente letto tutto d'un fiato in quale danilo racconta con estrema semplicita' cos'e' la legione straniera ma oltre a questo mette in risalto anche il lato umano della stessa. un libro semplice.diretto a volte crudo, e alcuni tratti ci fa pensare, come nell'ultimo capitolo dove descrive la nostra societa esorta a non perdere i nostri valori e con essi noi stessi.

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riccardo cavallo
Recensioni: 5/5

questo libro si vede che è scritto dalla mano di un soldato convinto e fiero di fare il suo dovere. ho letto questo libro in due giorni mentre ero in viaggio e l'ho trovato vero e schietto. tra le sue righe troviamo la storia di un legionario italiano andato via dall'Italia per problemi che ieri come oggi sono sempre presenti. ci racconta la sua storia ma al tempo stesso ci dà una lezione di vita per non perdere di vista i nostri valori, ci invita a non cambiare molto e non adeguarci al cambiamento a tutti i costi combattendo per ciò che siamo.

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Recensioni

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Recensioni: 4/5
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Conosci l'autore

Danilo Pagliaro

1957

Danilo Pagliaro, classe 1957 si è arruolato nella Legione straniera nel 1994. Ha raccontato per la pirma volta la sua sotria nel libro Mai avere paura. Vita di un legionario non pentito (Chiarelettere, 2016).

Andrea Sceresini

1983, Sondrio

Andrea Sceresini è nato a Sondrio nel 1983. Giornalista freelance, è autore di molte inchieste e reportage di guerra per «La Stampa», «Il Foglio», «Il Fatto Quotidiano» e «l’Espresso». Tra i suoi libri: Io sono l'impostore. Storia dell'uomo che ci ha fregati tutti (Il Saggiatore 2017), Piazza Fontana. Noi sapevamo. (Mimesis 2017), Internazionale nera. La vera storia della più misteriosa organizzazione terroristica europea (Chiarelettere 2017), La seconda vita di Majorana (Chiarelettere 2016), Mai avere paura. Vita di un legionario non pentito (Chiarelettere 2016), Ucraina. La guerra che non c'è (Baldini e Castoldi 2015), L' avvocato del diavolo. I segreti di Berlusconi e di Forza Italia nel racconto...

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