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Ira Domini. Sangue sui Navigli - Franco Forte - copertina
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Ira Domini. Sangue sui Navigli

Descrizione


Il notaio criminale Niccolò Taverna è tornato. E con lui tornano i delitti e i misteri nella splendida cornice della Milano cinquecentesca. 1576, agosto, il caldo infuria, ma Niccolò Taverna non può riposare e godersi la compagnia di Donna Isabella Landolfi, bellissima, intelligente, indipendente. Questa volta deve fronteggiare due casi contemporaneamente. Come se non bastasse la peste, un misterioso assassino armato di balestra va in giro a ridurre ulteriormente la popolazione di Milano. Le vittime sembrano scelte a caso, senza una logica, senza un movente. E arriva la notizia che dei banditi hanno sequestrato i figli di Don Carlos de Alcante, ricchissimo nobile spagnolo, amico personale del governatore Guzman. Rapitori e ostaggi sono asserragliati in un magazzino di pietre e sabbia sulle rive del Naviglio Grande, obbligando le autorità cittadine a chiudere l'accesso ai canali, bloccando così il flusso di materiali necessari all'ultimazione del Duomo, voluta, dopo quasi due secoli dall'inizio dei lavori, dall'arcivescovo Carlo Borromeo in persona. Il capo dei banditi, Lasser de Bourgignac, fa delle richieste assurde, è spietato, crudele e molto sicuro di sé. Anche troppo. E se ci fosse qualcosa di più di quanto appare?
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Dettagli

2014
1 luglio 2014
277 p., Rilegato
9788804642817

Valutazioni e recensioni

SABRINA ZANARDINI
Recensioni: 5/5

Ira Domini è la seconda avventura del notaio criminale Niccolò Taverna , un giallo storico che avvolge il lettore dalle prime righe fino alla fine del racconto, autore coinvolge il lettore come parte dalla storia . è come ritrovare dei vecchi amici ,la grande capacità descrittiva di Forte coinvolge il lettore in un medioevo dettagliato , e le indagini del personaggio ricordano csi approssimato .

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Recensioni: 4/5

Dopo l'ottimo "Il segno dell'untore", finalmente una nuova indagine (anzi, doppia) per il notaio criminale Niccolò Taverna. Personaggi molto ben caratterizzati, sia per quanto riguarda le vecchie conoscenze che per le new entry, una trama gialla ben congegnata dalla mano sapiente dell'autore, una Milano del 1576 suggestiva e molto ben descritta che funge da ambientazione, rendono questo nuovo romanzo di Franco Forte non solo un acquisto obbligato per chi ama il giallo storico, ma anche una scelta consigliata per chi semplicemente è alla ricerca di buona narrativa.

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Renzo Montagnoli
Recensioni: 2/5

Ira Domini, il seguito di Il segno dell’untore, non smentisce il fatto che, normalmente, in un ciclo di opere con la stessa tematica e i medesimi protagonisti, tutte quelle successive alla prima ne sono inferiori. Nel caso specifico, poi, si evidenzia un netto peggioramento sotto tutti gli aspetti e una disarmonia fra le varie parti che lascia supporre che l’autore si sia accinto a scrivere il romanzo senza aver prima steso un adeguato progetto. Pure in questo ci sono due indagini che procedono appaiate, ma una, relativa a un rapimento con tanto di ostaggi, é banale e mal supportata; l’altra afferente la ricerca di un misterioso balestriere che con la sua arma uccide diverse persone a Milano è in nuce ben più interessante, ma l’autore non le dà né il giusto risalto, né un interessante sviluppo. Il risultato è francamente deludente, tanto più che le soluzioni dei due gialli sono ben poco logiche e paiono affrettate, come se Forte volesse concludere alla svelta quel romanzo che anche per lui cominciava a venire a noia. Ed é proprio la noia che accompagna il lettore più o meno dalla metà dell’opera fino alla fine, vista come una liberazione. Rispetto a Il segno dell’untore la descrizione della città in preda alla peste é raffazzonata e anche i protagonisti sono solo abbozzati, anzi il notaio criminale Niccolò Taverna perde molto del suo smalto, mentre un’eccessiva importanza viene data alla sua fidanzata Isabella, fin troppo volitiva e intrepida e senz’altro fuori dai canoni delle donne dell’epoca, ma gli eccessi, come sempre, danno fastidio e contribuiscono non poco a stancare chi legge, perché il personaggio diventa ben poco credibile. L’impressione complessiva che ho ricavato è che l’autore, visto il successo di Il segno dell’untore, abbia deciso di dare un seguito prima non preventivato e in tutta fretta, per battere il ferro finché era caldo. Il risultato è purtroppo quello che si evince da quanto ho finora scritto e se è tale da non sconsigliarne la lettura, non è però meritevole da consigliarne la stessa.

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Recensioni

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Conosci l'autore

Franco Forte

1962, Milano

Franco Forte è giornalista professionista, traduttore, sceneggiatore e consulente editoriale. Il suo esordio come narratore risale al 1990, con il romanzo Gli eretici di Zlatos (Editrice Nord). Ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi bestseller Carthago (Mondadori, 2009), La Compagnia della Morte (Mondadori, 2009), Operazione Copernico (Mondadori, 2009), i cui diritti di traduzione cinematografica sono stati acquistati da Dino De Laurentiis, La stretta del Pitone (Mursia, 2005), Il figlio del cielo e L’orda d’oro (Mondadori, 2000) - da cui ha tratto uno sceneggiato TV su Gengis Khan prodotto da Mediaset – “China killer” (Marco Tropea/Il Saggiatore, 2000). Tra gli altri libri, sempre per Mondadori: Roma in fiamme, Il segno dell'untore (2013), Ira domini....

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