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Stanley Owes e Vera Baxter sono due persone abituate a vivere senza amici. Lui ha trascorso la vita nell’albergo Hawthorne a Washington con la madre a imporgli un rigido regime di studio, lei tra viaggi in auto e misere camere d’albergo, appassionata di matematica. Arriveranno alla finale del campionato nazionale di ortografia, dove vinceranno il primo posto ex aequo. I due ragazzi hanno in comune molto più di quanto credono e quello sarà solo l’inizio di un’amicizia fondata sulla passione per i cruciverba e la voglia di scappare e ricominciare. La storia è davvero originale, ho trovato l’espediente dei cruciverba una vera chicca: Stanley sogna di fare l’enigmista – nonostante la madre abbia per lei piani ben diversi – e insegnerà a Vera a costruire cruciverba. Quando le cose si metteranno male, quando il castello di bugie che si sono lasciati alle spalle minaccerà più volte di crollare, i due si allontaneranno e l’unico modo per ritrovare l’altro sarà lasciare una scia di cruciverba nei diversi giornali americani, sperando che accolga il messaggio e sia pronto a perdonare. Questa storia ci insegna che non basta sapere l’origine di una parola o le origini della Normandia e che al contrario non è necessario conoscere ogni piccolo dettaglio della storia di un paese per essere felici. La vita non è fatta solo di nozioni, ma anche di emozioni e i libri di testo non insegnano a riconoscerli.
Amori non facili quelli che vivono i protagonisti: due ragazzi speciali, affezionati alle loro madri single che li spingono a impegnarsi spasmodicamente nello studio. Due brave donne piene di buone intenzioni che provocano però nei loro figli un bisogno di ribellione che si consuma tutto nella creazione di castelli di menzogne. Le bugie creano altre bugie: e per tanti anni separano i protagonisti, intrappolati in una rete di menzogne da cui faticano parecchio ad uscire. Uno schema ben noto nei romanzi rosa (basterebbe che lui dicesse a lei... che lei dicesse a lui... ma...) qui sviluppato però nel tema della ribellione nascosta e nella costruzione di un castello di menzogne, nato quasi senza volere ma difficile da smantellare. Interessante.
Esiste una relazione tra amore e felicità? Le due cose sono collegate? Secondo Jeff Bartsch le due cose sono strettamente collegate tra loro. Ecco quindi spiegata la sua teoria tra le pagine di questo libro che è prima di tutto un romanzo. Un romanzo che però ha molto da insegnarci. Un romanzo con moltissimi riferimenti alle parole crociate. Si tratta di una storia d'amore. Non è un romanzo banale, ma si legge volentieri. Consigliato a chi crede ancora nel potere delle parole e dei sentimenti.
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