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Cattedrale
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Cattedrale - Raymond Carver - copertina
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Cattedrale

Descrizione


A volte anche una visita inattesa e poco gradita - quella di un amico cieco della moglie, per esempio - può smuovere emozioni dimenticate. E cosi, infatti, che il narratore del racconto che dà il titolo alla raccolta - forse il più celebre di Carver e uno dei più amati dall'autore - finisce per passare quasi senza rendersene conto dall'iniziale ostilità condita di gelosia al momento di una piccola rivelazione. È un personaggio carveriano a tutti gli effetti, l'anonimo protagonista del racconto: sottilmente alla deriva, privo di amici, inchiodato in un lavoro che detesta, con una moglie da cui forse si sente un po' trascurato. Eppure, è proprio la presenza ingombrante del cieco Robert a costringerlo a uscire dalla sua corazza e abbozzare un rapporto umano, una condivisione che gli permetterà di recuperare, forse, una parte di sé dimenticata. Carver ne segue l'impercettibile evoluzione con naturalezza, con uno stile maturo e consapevole dei propri mezzi, da lui stesso definito "più pieno e generoso". Se "Cattedrale" chiude la raccolta su una tenue nota positiva, nel resto del libro prevalgono i toni desolati, i fragili equilibri pronti a spezzarsi in conseguenza di eventi all'apparenza secondari: un nuovo trasloco in "La casa di Chef", l'atto mancato di una riconciliazione impossibile in "Lo scompartimento", l'inizio di una crisi senza apparenti vie d'uscita in "Vitamine", in cui nella deriva personale fa irruzione la violenza della storia.
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Dettagli

2011
29 novembre 2011
226 p., Rilegato
9788806197858

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 4/5

Raymond Carver fu accostato a Cechov da Roberto Bolano che disse : uno dei de fu il più grande scrittore di racconti del novecento. Cattedrale è l'opera più matura di questo scrittore capace sempre un momento prima della fine di lasciare al lettore il mistero della vita dei suoi personaggi. Cattedrale è un insieme di racconti e persone che ci giungono quasi incompleti perché indeciso è il loro destino, capace di procedere ancora per vie che noi non sappiamo ma possiamo solo sperare. Un libro meraviglioso, nominato al pulitzer nel suo anno. Quell'anno lo vinse un altro. Eppure non ci lamentiamo.

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CINZIA SUGLIA
Recensioni: 0/5

Finalmente so chi è Carver. Non l'avevo ancora letto, ma ora che l'ho fatto, mi viene un po’ difficile parlare di questi racconti di Cattedrale. Non ho intenzione di assegnare stellette a questa raccolta, non sarebbe onesto: ogni racconto meriterebbe un “punteggio” a se’, almeno quanto a potere evocativo della scrittura, che nel mio caso, rappresenta il metro di giudizio di riferimento. Facendo una considerazione generale, trovo lo stile scarno, asciutto, essenziale, in netto contrasto con l’abisso di disperazione, di rassegnazione, di solitudine dei personaggi che vivono – o meglio, osservano la vita – nelle pagine di questi racconti. Devo dire che inizialmente mi ha urtato un po’ l’uso del passato prossimo, invece del passato remoto, nella narrazione. Il nostro gusto è stato educato a riconoscere il passato remoto come tempo della narrazione, del fatto compiuto, della storia finita. Non so se, nel caso di Carver, sia stata una scelta del traduttore, quella di adoperare il tempo dell’incompiutezza, dell’azione che ancora non si è chiusa, nella versione italiana. Fatto sta che alla fine, questa scelta si è rivelata funzionale a restituire l’atmosfera sfatta di vite vissute sempre un po’ al margine, o sull’orlo di un baratro. Vite in cui non accade nulla: niente storie che ti tengono col fiato sospeso, niente colpi di scena ne’ effetti speciali. Eppure qualcosa c’è, ed è anche forte, anche se non immediatamente riconoscibile. In ogni racconto c’è il momento dell’epifania, della rivelazione, della presa di coscienza che determina la svolta che paradossalmente lascia immutato il proprio destino. E’ impossibile, per i personaggi di Carver, sottrarsi a se stessi, per mancanza di volontà, di forza, di convinzione. Perchè siamo fatti così. Sono cinque i racconti che mi hanno colpita di più: Penne – trasfigurazione al contrario della bellezza, un pavone fautore dell’epifania che determina la svolta fatale nella vita dei protagonisti. Mi ha fatto molto pensare a Il quinto figlio di Doris Lessing... Lo scompartimento – altra epifania, altro momento di presa di coscienza talmente improvviso e forte da cambiare – o lasciare inalterato – il destino del protagonista. Una cosa piccola ma buona – l’inspiegabilità di una tragedia che si tenta di sopportare con la vicinanza di altri essere umani. Da dove sto chiamando – la dipendenza dall’alcol usata come metafora del bisogno di legami che non siamo in grado di tenere vivi. Cattedrale – un cieco che presta i suoi occhi al cinismo rassegnato di un uomo comune della middle class americana. Ecco, l’ho fatto. Ho parlato di Carver. Mio Dio, che fatica che m’è costata!

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Raymond Carver

1938, Clatskanie

Scrittore americano.Figlio di un operaio di segheria e di una cameriera, è nato a Clatskanie, nell'Oregon, il 25 maggio 1938 ed è morto nel 1988. È considerato uno dei maggiori scrittori americani di short stories del Novecento. Einaudi ha iniziato a ripubblicare le sue opere narrative nel 2009 con Principianti (ripubblicato in una nuova edizione nel 2010), la versione originale di Di cosa parliamo quando parliamo d'amore. Sempre nel 2009 ha pubblicato Vuoi star zitta, per favore? (ripubblicato negli ET Scrittori nel 2012), nel 2010 Se hai bisogno, chiama e Da dove sto chiamando e nel 2011 Cattedrale. Presso Einaudi Stile libero era uscito, nel 1997, Il mestiere di scrivere (ripubblicato in una nuova edizione nel 2008). Nel 2013 è uscito Carver Country...

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