Alice: i giorni della droga

L'ho trovato prevedibile e scritto male. Sopratutto, ho avuto l'impressione che fosse un falso (come poi effettivamente si è ipotizzato nel tempo). Le esperienze con la droga vengono descritte in modo infantile e romanzato, utilizzando paragoni triti ed aggettivi banali. La protagonista non è in alcun modo credibile a mio avviso, e tutte le situazioni di questo libro appaiono da copione, come se si volesse utilizzarle ad ogni costo. non capisco come questo libro sia potuto diventare un caso narrativo. Consiglio caso mai "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino", sulla cui autenticità non vi sono dubbi e che lascia davvero un segno al lettore.

L'avevo letto per la prima volta alle scuole superiori e poi mi è ricapitato più volte tra le mani negli anni. Ricordo che all'epoca mi aveva lasciato addosso una spiacevole sensazione, forse legata alle esperienze raccontate nel libro. Oggi invece, a distanza di 20 anni, riesco a leggerlo con maggior distacco e mi lascia l'impressione che l'autrice non abbia vissuto in prima persona ciò di cui racconta.

Il diario di Alice è una lettura inquietante e tormentata, secondo il mio parere. L’incontro che non ha cercato con la droga, le prime esperienze e poi successivamente il convincimento che non ci sia nulla di male. Poi, più velocemente senza rendersene conto, Alice si trova coinvolta in una spirale di eventi e alla fine si perde. Non è una lettura che consiglio a tutti ma è una lettura che renderei obbligatoria tra tutti i giovani nella fascia d’età di Alice.