(Režica, Vitebsk, 1894 - Mosca 1943) scrittore e critico sovietico. Ha dato illuminanti «letture» critiche di poeti come A.S. Puškin e F.I. Tjutcev, alcune delle quali raccolte nel 1929 nel volume Arcaisti e innovatori. Fondamentali per lo sviluppo degli studi linguistici rimangono i suoi contributi teorici (Il problema del linguaggio poetico, 1924; Il vocabolario di Lenin polemista, 1924), dove articolò acute intuizioni sulla specificità del linguaggio poetico rispetto a quello prosastico; diede anche prova di singolare finezza nella rilettura di poeti contemporanei (come V. Chlebnikov, di cui curò nel 1928 una edizione delle opere). Come narratore si formò nell’atmosfera incline allo sperimentalismo degli anni ’20, ed è noto per i suoi romanzi storico-biografici che inaugurarono un genere largamente ripreso negli anni ’30 e ’40. In Kjuchlja (1925) la figura del poeta V.K. Kjuchel’beker, amico di Puškin, dà modo a T. di rievocare l’ambiente romantico-rivoluzionario in cui maturò la rivolta del 1825; La morte di Vazir Muchtar (1929) è dedicato alla vita di A.S. Griboedov; l’incompiuto Puškin (3 voll., 1936) offre un’affascinante e minuziosa ricostruzione dell’infanzia e dell’adolescenza del poeta e, insieme, del primo ventennio del sec. XIX in Russia.