(Francoforte s.M. 1903 - Visp, Svizzera, 1969) sociologo, musicologo e filosofo tedesco. Laureatosi nel 1924, con una dissertazione sulla fenomenologia di Husserl, nel 1931 divenne libero docente all’università di Francoforte, dove insegnò fino a quando fu costretto dall’avvento del nazismo a emigrare a Parigi, in Inghilterra e infine negli Stati Uniti. Nel 1950 fece ritorno a Francoforte, dove insegnò filosofia e sociologia e diresse l’Istituto per le ricerche sociali. Personalità poliedrica, dai molteplici interessi culturali, ha lasciato un contributo originalissimo in tutti i campi in cui ha esercitato la sua eccezionale capacità speculativa. La filosofia e la musica furono le sue passioni fondamentali (Dialettica dell’illuminismo, Dialektik der Aufklärung, in collaborazione con M. Horkheimer, 1947; Filosofia della musica moderna, Philosophie der neuen Musik, 1949). In questa sede, tra i suoi scritti, si ricordano: gli aforismi dei Minima moralia (1947) che, con il loro stile brillante e paradossale, rivelano l’influenza di Kierkegaard e di Nietzsche; le Note sulla letteratura (Noten zur Literatur, 4 voll., 1958-74), che mettono in rilievo il rapporto dialettico fra opera d’arte e realtà sociale, argomento trattato in forma sistematica nell’incompiuta Teoria estetica (Ästhetische Theorie, 1970), la quale, accanto a Dialettica negativa (Negative Dialektik, 1966), tentativo stimolante di aggiornare l’eredità hegeliana, costituisce il lavoro più importante dell’ultimo periodo.