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Libri di Mauricio Kagel

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Mauricio Kagel

1931, Buenos Aires

Compositore argentino. Formatosi sostanzialmente da autodidatta, dopo essere stato direttore del Colón di Buenos Aires, si trasferì nel 1957 in Germania, quale collaboratore nello Studio di fonologia della radio di Colonia; dal 1959 diresse i concerti di musica contemporanea del Kölner Ensemble für Neue Musik, di cui è tra i fondatori; dal 1960 al '66 insegnò ai Corsi estivi di Darmstadt e dal 1969 insegna a Colonia. Esponente fra i più noti della Nuova Musica, assunse in quest'ambito una posizione aliena dal purismo stilistico delle correnti postweberniane, mirando piuttosto alla individuazione di inedite sonorità, anche attraverso l'uso di strumenti desueti o usati in modo non ortodosso. Fra gli esempi più significativi si ricordano Anagrama per voci e strumenti (1955-58), dove il testo (un palindromo latino) è trattato come una fonte di materiali fonici; Heterophonie per 42 solisti (1959-61), un collage di stili eterogenei della musica novecentesca; Sonant per chitarra, arpa, contrabbasso, tamburi (1960); Musik für 23 Renaissance-Instrumente (1966); Der Shall e Unter Strom (1968-69) per 5 e 3 esecutori con strumenti esotici, antichi o inventati. Un altro aspetto essenziale della sua poetica è la componente gestuale, con cui ha dato vita a forme non convenzionali di teatro musicale, basate sulla spettacolarizzazione delle tensioni psicologiche e della teatralità implicite nell'atto interpretativo. È questa la parte della produzione di K. in cui maggiormente emergono gli atteggiamenti surrealisti e neodadaisti, con suggestioni da Beckett e dal teatro dell'assurdo e di provocazione, spesso con implicazioni sarcastiche verso i sacrari della musica ufficiale. Si vedano, fra l'altro, Sur scène, azione teatrale per 3 esecutori (due pianoforti, clavicembalo, organo portatile, celesta, percussione), mimo, voce recitante e basso (1958-60); Match per due violoncelli e percussione (1964); Hallelujah per coro su vocaboli e gesti derivati dalla liturgia (1967-68); la «composizione scenica» Staatstheater, un gioco iconoclastico sugli apparati multimediali del teatro d'opera (1967-70); e ancora Aus Deutschland, viaggio demistificatorio attraverso la tradizione liederistica dell'800 tedesco. Come appare già in quest'ultima opera, nella fase più recente dell'attività di K. è prevalsa la tendenza a lavorare su materiali semplificati, per estrarne una espressività aggressiva e persino truce, anche attraverso montaggi. Si vedano, fra l'altro: Recitativ-arie für singende Cembalistin (Recitativo-aria per una cembalista cantante, 1972); Fürst Igor, Strawinsky per basso e sei strumenti (1982); La trahison orale per 3 attori e 7 strumenti (1983); Sankt-Bach-Passion per 3 soli, recitante, 3 cori e orchestra (1985); Musik per tastiera e orchestra (1989); Konzertstück per timpani e orchestra (1992); quattro quartetti (1967-93); Opus 1991 (1990) e Etudes (1995-96) per orchestra.

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