Gli articoli di Wuz.it

Donne protagoniste. Nei libri di ieri e di oggi, figure femminili indimenticabili

Si è appena celebrata la festa dell'8 marzo e Wuz vuole parlare di donne e di libri, proponendovi otto figure femminili della letteratura di ieri e di oggi. Queste eroine di carta e inchiostro hanno fatto sognare milioni di persone, e hanno ispirato lettori in tutto il mondo. Percorrendo un ponte che attraversa più di duemila anni di storia, partiremo dal 600 a.C. e arriveremo ai nostri giorni. Un viaggio letterario grazie al quale avremo la possibilità di osservare anche i cambiamenti sociali delle donne nelle varie epoche storiche.

600 a. C.: Penelope – dall’Odissea di Omero

Penelope è una moglie e una madre perfetta. Fedele a suo marito Ulisse più di ogni altra cosa, farà di tutto pur di preservarsi e aspettare pazientemente di ricongiungersi al suo amato in attesa di un suo ritorno con data da destinarsi. Tutti conoscono la storia di Penelope: moglie di Ulisse e regina di Itaca rimarrà da sola a crescere il figlio Telemaco e a gestire un impero che fa gola a molti, mentre suo marito gira in lungo e in largo il Mediterraneo per dieci anni senza trovare la via di casa. Se ci fosse stato un tom tom l’Odissea sarebbe durata un centinaio di pagine al massimo, giusto il tempo di mettere sotto carica il navigatore. Ma scherzi a parte, Penelope è colei che in letteratura rappresenta al meglio la donna d’onore. Madre amorevole e moglie premurosa, dovrà scendere a compromessi con i Proci (un popolo che brama il regno di Ulisse e la mano della regina Penelope). Ed è lei a stabilire i patti: prenderà in sposo un nuovo marito solo quando riuscirà a terminare di tessere una tela. Determinata ad aspettare Ulisse per non rischiare di andare in dote a un proco, il giorno cuce e la notte scuce la tela in modo da non giungere mai alla fine. Ora, capisco che i Proci non fossero un popolo di geni e che era bello scroccare tutto il tempo nell'attesa di una decisione della regina, ma come si fa a non capire che dieci anni sono un tantino troppi per finire di tessere una tela? Le conseguenze saranno il ritorno di Ulisse e la morte di tutti Proci. Insomma, Omero ci narra di una donna forte e paziente, ma soprattutto innamorata e attaccata ai valori della famiglia. Un esempio unico di fedeltà e coraggio. Una mamma capitana.

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1827: La Monaca di Monza – da I promessi Sposi di Alessandro Manzoni


Gertrude è la seconda figura femminile che andremo ad analizzare. Alessandro Manzoni si rifà ad uno scandalo realmente accaduto a Monza tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600. La Monaca di Monza è una sventurata dalla triste storia. Ancor prima della nascita è obbligata ad entrare in convento per preservare il patrimonio della famiglia destinato unicamente al primogenito. L'educazione della bambina è continuamente orientata a convincerla che la vita monacale sia la più desiderabile. Divenuta adolescente Gertrude comincia a dubitare di tale scelta, ma per onorare la sua famiglia compie i vari passi previsti per diventare suora. In convento però viene sedotta da Egidio, uno ""scellerato di professione"", invischiandosi in una relazione fatta di menzogne, intimidazioni e ricatti. Colpevole non meno che vittima, sarà coinvolta nell'omicidio di una novizia che minacciava di far scoppiare lo scandalo rivelando la tresca. Alla fine - scoperta - viene condannata a vivere in una stanzetta del convento quasi completamente murata, ad eccezione di una feritoia che permetteva il ricambio dell’aria e la consegna dei viveri. Tuttavia, riesce a sopravvivere alla condanna e dopo tredici anni di clausura forzata diventa badessa del convento riuscendo così ad offrire protezione a Lucia. La Monaca di Monza è una donna che merita di essere messa in evidenza, perché sceglie di essere libera di amare qualcuno nonostante le fosse proibito, e affronta le conseguenze della sua scelta riuscendo a non farsi piegare mai dalle sofferenze della condanna. Ribelle.

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1847: Jane Eyre di Charlotte Brontë

Jane Eyre è probabilmente la donna del mondo della letteratura che più ha lottato per essere libera e indipendente. Cresciuta sotto le ingiustizie di una famiglia che non l’amava, a parte il padrino deceduto, viene affidata ad una scuola di carità, dove il sacrificio ed il pesante lavoro sono la regola del giorno per le fanciulle senza famiglia. Costretta a vivere in condizioni pietose che porteranno alla morte per tifo e tubercolosi molte delle sue compagne, lotta per il suo diritto a vivere e termina gli studi. Grazie a questi riesce a diventare insegnante dell’istituto stesso, e successivamente assunta presso la dimora della nobile famiglia dei Rochester, dove svolge il ruolo di istitutrice per Adele, la figlia adottiva del padrone di casa.
Mr. Rochester è un uomo per bene, imponente e sarcastico, e rimane affascinato da Jane a tal punto da chiederle di sposarla. Purtroppo la protagonista scopre che egli è già sposato con una donna malata che tiene segregata in soffitta. Sconvolta Jane scappa e quando decide di fare ritorno ritrova un Rochester vedovo e cieco, perché la moglie prima di morire incendia la casa facendogli perdere la vista; ma l’amore di lei è sincero, e decide di stare comunque con lui e prendersene cura per tutta la vita.
Jane Eyre ha un carattere appassionato e coraggioso, intriso dei valori di libertà e indipendenza; ha anche una grande coscienza morale e una forte determinazione cristiana che le permettono di attendere la convivenza con l'amato fino a dopo la morte della moglie di quest'ultimo. La protagonista del romanzo di Charlotte Brontë è una figura femminile fondamentale nel nostro viaggio perché rispecchia tutti i valori della donna timorata di Dio, ma capace di amare incondizionatamente al di sopra di tutte le ingiustizie. Esemplare.

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1856: Madame Bovary di Gustave Flaubert

Emma Bovary è la moglie di un ufficiale sanitario. Ella si dà all'adulterio e vive al di sopra dei suoi mezzi per sfuggire alla noia ed alla vacuità della vita di provincia. Sogna di consacrarsi all'agio, di abbandonarsi alla passione e di entrare a far parte dell'alta società. La realtà asfissiante del suo paese è il fattore che induce Emma a intraprendere due relazioni extra-coniugali e a contrarre una mole insormontabile di debiti che infine la spingerà al suicidio. Emma è una sognatrice i cui desideri non possono venire soddisfatti facilmente.
Ella rappresenta il mito della donna libertina, che vuole emanciparsi a tutti i costi, mettendosi in gioco in un mondo infido pronto ad approfittarsi di lei, fino ad opprimerla e a condurla alla morte stessa.
Madame Bovary è uno dei primi omaggi letterari all'emancipazione femminile, in un’epoca che vedeva la donna tutta casa e chiesa. Passionale.

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1925: Daisy Buchanan - da Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald

Daisy Buchanan è la prima donna della letteratura ad essere una vittima di stalking. Pensate che il ricco Mr. Gatsby pur di starle vicino, acquista un’enorme villa solo per vivere accanto alla sua casa, arrivando a manipolare la vita di Nick, cugino di lei soggiogato dal lusso, ma ignaro delle doppie intenzioni di Gatsby. Quest’ultimo pensa di amarla, ma in verità è ossessionato da lei e l’ha idealizzata. Per quanti di voi viene da pensare che sia una svampita “gattamorta”, la donna nata tra pagine di Fitzgerald, data in pasto a generazioni e generazioni di lettori con tutte le sue debolezze e le sue imperfezioni, è in realtà una ragazza spaventata e in trappola, che non ha scelto la sua vita ma si è calata nei panni della ragazza boghese, schiacciata dal peso del suo stesso privilegio. Vittima di un sistema maschilista sarà costretta ad agire di conseguenza in maniera furba per non farsi mai sottomettere da chi la vorrebbe possedere come un oggetto. Inespugnabile

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1945: Arwen – da Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re di J.R.R. Tolkien

Come non parlare di una donna talmente bella e saggia e innamorata che quasi si fatica a credere sia esistita veramente? In effetti non solo non è esistita, ma in quanto personaggio di fantasia non possiamo nemmeno definirla realistica. Quello che è realistico invece è il suo sacrificio d'amore.
Immaginate ora un angelo dai poteri divini che scende sulla Terra e s'innamora di un semplice uomo mortale, e di nascere in un mondo fantasy popolato da orchi e creature malvagie che tolgono ogni speranza di vivere un matrimonio sereno e duraturo; immaginate di visualizzare questo amore per via del vostro potere della preveggenza, che vi fa intuire la possibile nascita di un figlio dall’unione con quest’uomo. Insomma immaginate di non avere niente in mano che vi assicuri di vivere l’amore tanto desiderato, e che per provare a viverlo dobbiate rinunciare alla vostra immortalità e alla possibilità di tornare in paradiso. Ecco Arwen è tutto questo: un’Elfa disposta a tutto pur di vivere il sogno romantico e cavalleresco della storia d’amore. Un personaggio illusorio che però incarna pienamente la visione romantica dell’amore che molte donne fin da ragazzine sperano di provare una volta nella vita. Sognatrice.

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2000: Becky Bloomwood – da I Love Shopping di Sophie Kinsella

Cambiamo epoca e genere e facciamo un bel salto fino ai nostri giorni. Becky Bloomwood è un personaggio che può essere descritto con una sola domanda: come si fa a non amarla? Becky è un’adorabile combinaguai dal cuore d’oro; è ingenua e di charme, brillante e generosa. Becky ha una vera e propria ossessione per lo shopping e arriva spesso a nascondere nei luoghi più impensati, all’inconsapevole e follemente innamorato fidanzato e futuro marito Luke, gli estratti conto della carta di credito. E fino a qua niente di nuovo direte. E invece no, perché Becky riesce a cacciarsi sempre nei guai per via della sua bontà, che spesso la rende facile preda di situazioni esilaranti. Eppure la nostra shopping addicted preferita riesce sempre a cavarsela con grazia e spensieratezza, forte della propria intelligente dolcezza: per dirla alla napoletana una meravigliosa scugnizza! È lo specchio della ragazza vincente moderna, ma che riesce a navigare fuori dai confini dello stereotipo americano della miss che vive di rendita grazie alla sua bellezza. Becky è diversa perchè cerca di non rimanere invischiata nella superficialità del mondo del materialismo e del consumismo, restando sempre fedele alla semplicità e al servizio dell’onesta. Contemporanea.

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2008: Katniss Everdeen – da The Hunger Games di Suzanne Collins

L’ultimo tassello mancante è la donna del futuro. E la protagonista di The Hunger Games fa al caso nostro.
Suzanne Collins ci narra di un futuro decadente, frutto delle conseguenze degli errori umani come inquinamento e guerre, in cui Katniss Everdeen rappresenta l’immagine perfetta di una donna forte e combattiva. L'immaginaria nazione di Panem è divisa in 13 distretti e governata da un regime totalitario che ogni anno estrae da ciascun distretto un ragazzo e una ragazza sopra i dodici anni che dovranno partecipare agli Hunger Games, cruenti “giochi senza frontiere” dove vince l’ultimo concorrente che resta in vita (una passeggiata di salute!); giochi trasmessi in diretta mondiale in pieno stile reality show.
Katniss vive con la madre e la sorellina in uno dei distretti più poveri e durante l’annuale “mietitura”, tra i tributi viene estratto il nome della sorellina della nostra protagonista. Lo shock è grande e Katniss si offre volontaria al suo posto salvandole la vita, cosa che mai nessuno aveva avuto il coraggio di fare nella storia dei giochi perché significava quasi sicuramente morire. Katniss ha dalla sua una mira infallibile con arco e frecce anche se avrà a che fare con killer letali addestrati meglio di lei dai distretti più agiati. Ma i giochi sono solo la punta dell’iceberg di un sistema politico dittatoriale che Capitol City impone ai distretti. Soprattutto quelli più degradati avranno il coraggio di ribellarsi ai soprusi della capitale vedendo nel gesto eroico di Katniss una chiamata alla rivoluzione, ""il canto della rivolta"". E così, tra combattimenti all’ultimo sangue, esplosioni e rivolte, la nostra protagonista riesce, non solo a vincere gli Hunger Games diventando il manifesto della lotta al potere da parte della resistenza, ma anche a innamorarsi e a portare avanti ben due relazioni amorose. Insomma una guerriera amazzone futuristica, sexy e letale, impegnata di tanto in tanto ad andare in TV e nel frattempo a combattere una guerra contro i potenti eserciti della capitale. Katniss Everdeen è il coraggio vestito da donna. È la dea Diana del futuro. Epica.




Articolo di Salvatore Castano

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