Gli appunti scuola di Wuz.it

Traduzioni a confronto: le edizioni italiane di Tenera è la notte di Fitzgerald

New York, C. Scribner’s sons 1934

♣  Dick sognò che non avesse ambiente, che fosse soltanto una ragazza sperduta senz'altro indirizzo che la notte da cui era uscita. (F.P.)
♣  Dick desiderò che lei non avesse una storia alle spalle, che fosse semplicemente una ragazza sperduta senza un indirizzo che non fosse quello della notte da cui era spuntata. (A.C.)
♣  Dick desiderò che non avesse un passato, che fosse soltanto una ragazza sperduta senz’altro indirizzo che la notte da cui era uscita. (B.A.)

Un romanzo molto elaborato dall'autore, che ne fece ben sei diverse versioni. Fitzgerald lavorò a questo testo per ben nove anni, senza mai sentirsi soddisfatto del risultato finale, tanto da immaginarne un cambiamento radicale nell'ultima stesura, iniziata poco prima di morire.
Una sfida importante per i traduttori.


Viene considerata dalla critica definitiva la quinta versione del romanzo, pubblicata negli Stati Uniti nel 1934, ma è certo che la tormentata ricerca di una forma finale dell'opera incise anche sulla scrittura e che per questo la sua versione italiana può fose considerarsi la più ardua per un traduttore tra tutti gli scritti di Fitzgerald.
  • Riassunto e note sul romanzo
  • 2011: decadono i diritti patrimoniali delle opere di Francis Scott Fitzgerald. Un bene o un male?


LA VERSIONE ORIGINALE

On the pleasant shore of the French Riviera, about half way between Marseilles and the Italian border, stands a large, proud, rose-colored hotel. Deferential palms cool its flushed façade, and before it stretches a short dazzling beach. Lately it has become a summer resort of notable and fashionable people ; a decade ago it was almost deserted after its English clientele went north in April. Now, many bungalows cluster near it, but when this story begins only the cupolas of a dozen old villas rotted like water lilies among the massed pines between Gausse’s Hôtel des Étrangers and Cannes, five miles away.
   The hotel and its bright tan prayer rug of a beach were one. In the early morning the distant image of Cannes, the pink and cream of old fortifications, the purple Alp that bounded Italy, were cast across the water and lay quavering in the ripples and rings sent up by sea-plants through the clear shallows. Before eight a man came down to the beach in a blue bathrobe and with much preliminary application to his person of the chilly water, and much grunting and loud breathing, floundered a minute in the sea. When he had gone, beach and bay were quiet for an hour. Merchantmen crawled westward on the horizon ; bus boys shouted in the hotel court ; the dew dried upon the pines. In another hour the horns of motor began to blow down from the winding road along the low range of the Maures, which separated the littoral from true Provençal France.

© New York, C. Scribner’s sons 1934


LA TRADUZIONE DI FERNANDA PIVANO

Sulla bella costa della riviera francese, a mezza strada tra Marsiglia e il confine italiano, sorge un albergo rosa, grande e orgoglioso. Palme deferenti ne rinfrescano la facciata rosata, e davanti a esso si stende una breve spiaggia abbagliante. Recentemente è diventato un ritrovo estivo di gente importante e alla moda; dieci anni fa, quando m aprile la clientela inglese andava verso il Nord era quasi deserto. Ora molte villette vi si raggruppano intorno; ma quando questa stona incomincia, soltanto i tetti di una dozzina di vecchie ville marcivano come ninfee in mezzo ai pini ammassati tra l'Hotel des Étrangers di Gausse e Cannes, cinque miglia più in là.
   L'albergo e quel luminoso pezzette di stuoia che era la spiaggia, erano una cosa sola. La mattina presto l'immagine lontana di Cannes, il rosa e crema delle vecchie fortificazioni, le Alpi purpuree che cingevano l'Italia, venivano gettate nell'acqua e giacevano tremolanti nei gorghi e negli anelli spinti alla superficie dalle piante marine attraverso la limpida acqua bassa. Prima delle otto un uomo scendeva sulla spiaggia in un accappatoio azzurro, e dopo molte applicazioni preliminari di acqua fredda sul corpo, e molti brontolii e molti sospiri, si agitava un minuto in mare. Quando se ne era andato, spiaggia e baia restavano in pace per un'ora. Qualche mercantile arrancava verso occidente sull'orizzonte; i fattorini dell'autobus gridavano nel cortile dell'albergo; la rugiada asciugava sui pini. Un'ora dopo, le trombe delle macchine incominciavano a .suonare dalla strada tortuosa che costeggiava la bassa catena dei Maures, che divide il litorale dalla vera e propria Francia provenzale.

© Giulio Einaudi editore 1949-1953


LA TRADUZIONE DI ALESSIO CUPARDO

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Sulla deliziosa costa della riviera francese, all'incirca a metà strada tra Marsiglia e il confine italiano, si innalza un grande e fiero albergo tinto di rosa. Delle deferenti palme rinfrescano la sua facciata rosata, e di fronte si allunga una piccola spiaggia abbagliante. Di recente si è trasformato nel ritrovo estivo di persone che contano e alla moda; quando in aprile i clienti inglesi si recavano a Nord, dieci anni fa, era quasi deserto. Ora è circondato da molti bungalow, ma quando questa storia incomincia c'erano solo i tetti di una dozzina di vecchie ville che marcivano come ninfee tra i pini presenti tra l'hotel des Etrangers di Gausse e Cannes, dieci chilometri più avanti.
   L'albergo e la sua luminosa stuoia marroncina di spiaggia erano una cosa sola. Nel primo mattino, l'immagine lontana di Cannes, il rosa e crema delle antiche fortezze, le Alpi violacee che fasciavano l'Italia, venivano buttate nell'acqua e rimanevano tremule sulle onde increspate e negli anelli che le piante marine facevano affiorare attraverso la limpida acqua bassa. Prima delle otto un uomo scendeva in spiaggia indossando un accappatoio azzurro e dopo essersi cosparso più volte il corpo con l'acqua gelida, dopo molti grugniti e sospiri, si dibatteva in mare un minuto. Quando se ne andava, la spiaggia e la baia rimanevano quiete per un'ora. All'orizzonte, qualche nave mercantile si trascinava a occidente; i ragazzi dell'autobus urlavano nel cortile del¬l'albergo; la rugiada sui pini asciugava. Un'ora più tardi si sentivano i clacson delle auto dalla strada serpeggiante lungo la bassa catena montuosa dei Maures, che separa il litorale dalla Provenza vera e propria.

© Baldini Castoldi Dalai editori 2011


LA TRADUZIONE DI BRUNO ARMANDO

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Sulla graziosa costa della riviera francese, a metà strada tra Marsiglia e il confine italiano si erge orgoglioso un grande albergo rosa. Palme ossequiose ne rinfrescano la facciata raggiante, e davanti si stende una piccola e luminosissima spiaggia. Di recente è diventato un ritrovo estivo di gente famosa e alla moda; una decina di anni fa, quando in aprile la sua clientela inglese andava verso nord, era quasi deserto. Molte villette vi si raggruppano attorno, adesso, ma quando questa storia comincia solo i tetti di una dozzina di vecchie ville marcivano come ninfee in mezzo ai pini ammassati tra l’Hôtel des Étrangers di Gausse e Cannes, otto chilometri più in là.
   L’albergo e quello stuoino luminoso di spiaggia erano una cosa sola. La mattina presto l’immagine lontana di cannes, il rosa e il crema delle vecchie fortificazioni, le Alpi purpuree che avvolgevano l’Italia, venivano gettate nell’acqua e giacevano tremolanti tra le increspature e gli anelli spinti alla superficie dalle piante marine attraverso la trasparente acqua bassa. Prima delle otto un uomo scendeva in spiaggia in un accappatoio azzurro, e dopo molte applicazioni preparatorie d’acqua fredda sul corpo, e molti grugniti e sospiri, si dibatteva in mare per un minuto. Dopo che se n’era andato, la spiaggia e la baia restavano in pace per un’ora. Qualche mercantile si muoveva lento verso occidente sull’orizzonte; i fattorini dell’autobus ridavano nel cortile dell’albergo; la rugiada svaporava sui pini. Un’ora dopo i clacson delle macchine cominciavano a suonare dalla serpeggiante strada che costeggiava la bassa catena dei Maures, che divide il litorale dalla vera Francia provenzale.

© Newton Compton editori 2011



07 febbraio 2011 Di G.M.

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